Per migliorare la tua esperienza di navigazione, questo sito web utilizza diversi tipi di cookie, tra cui: Cookie di tipo funzionale alla navigazione, cookie di tipo pubblicitario e e cookie di tipo statistico (Google Analytics) che consentono di accedere a dati personali raccolti durante la navigazione.

TIMBERLAND

Nel campo dell’abbigliamento possiamo dirlo, la pelle è uno dei materiali di origine naturale più resistenti e durevoli: morbida, flessibile ed estremamente versatile, è perfetta per realizzare capi e accessori di ogni tipo, come giacche, cinture, borse, scarpe.

Ma se la pelle, da un lato, grazie alle sue caratteristiche, può contribuire alla filosofia del “Ridurre, riutilizzare, riciclare” amica del pianeta, la sua lavorazione comporta dall’altro lato la possibilità di un alto impatto ambientale. Le sostanze chimiche che vengono utilizzate in molte manifatture per conservarla e bloccare il naturale processo di deterioramento che interessa le sostanze organiche, insieme ai coloranti e ad altri agenti fortemente tossici come il cromo, possono infatti inquinare terreni, campi e fiumi e insinuarsi nelle falde acquifere. Non si tratta di banali effetti sull’ambiente: la lavorazione della pelle può avere conseguenze molto negative anche sui lavoratori impiegati nelle concerie, come accade in molte manifatture di Paesi come India e Cina, o del Sud America, senza dimenticare le comunità in cui si collocano tali manifatture, visto che le sostanze inquinanti finiscono per contaminare insieme ai terreni anche le colture, entrando nella catena alimentare.

Uno studio a cura dell’Indian Institute of Toxicology ha rilevato negli anni scorsi come i lavoratori indiani, a causa dell’esposizione a sostanze velenose come appunto il cromo, siano più inclini – almeno del doppio – a contrarre malattie e infezioni. Molti di loro lavo-rano nelle vasche in cui le pelli vengono tinte e trattate senza nemmeno stivali o guanti di protezione. In questo tipo di industria vengono prodotte tonnellate di scarti e impiegati ogni anno miliardi di litri d’acqua, oltre a ingenti quantitativi di energia. Un odore acre molto forte e la schiuma colorata che insieme all’acqua si riversa nei canali di scolo di queste manifatture, il colore della vegetazione limitrofa, che da verde diventa gialla, mar-rone, e persino nera, rendono facile immaginare quali siano gli effetti di quelle sostanze sul corpo umano in caso di uso prolungato e in condizioni in cui non vengono osservati i necessari parametri di sicurezza.

Filtri attivi